È una Sicilia che sa di Spagna, ma anche un po’ di Saraceni e di Normanni quella che respiri lungo il viale alberato che ti fa inoltrare nel Feudo dei Principi di Butera. Guardi il baglio in pietra gialla con il suo poderoso abbeveratoio a fare da guardiano sulla verde spianata e pensi alle fincas dell’Andalusia. Entri nel patio fiorito e respiri l’atmosfera dei cortili arabi. Trovi rifugio dalla calura esterna nella sala degustazioni e lo stemma araldico incastonato in uno spettacolare pavimento in terracotta ti da il benvenuto in un luogo che ha messo le quattro frecce. Fermandosi al tempo in cui il Gattopardo decideva il bello ed il cattivo tempo in questa terra arida ma accarezzata dalla brezza del Mar d’Africa.
Chi viene da queste parti non si limita a degustare dei grandi vini, ma si immerge in una Sicilia autenticamente ancorata al suo passsato ma con la poderosa spinta verso il futuro imposta da una famiglia veneta che ha saputo innovare senza perdere il contatto con la gloriosa storia di questo luogo. Una storia che parla dei Santapau, dei Branciforte e dei Lanza, le potenti famiglie che hanno regnato per secoli su queste terre. Nel 1543 il re di Spagna, Filippo II, nominò Ambrogio Branciforte Principe di Butera, titolo che rimase fino al 1800 e che oggi ha ripreso vita e vigore negli stessi luoghi e nell’azienda vinicola di proprietà della famiglia Zonin che, con orgoglio, si definisce custode di questo immenso patrimonio naturalistico, architettonico e storico.
Non da meno il patrimonio vitivinicolo attuale, costituito dallo splendido Feudo Deliella con i suoi 320 ettari di terra di cui 170 vitati. Tre cru, nove selezioni e due spumanti costituiscono la prestigiosa cantina di Feudo Principi di Butera a cui si aggiunge un olio extravergine di oliva prodotto dallo splendido uliveto che incornicia il baglio e i vigneti di queste terre difficili da addomesticare ma che, una volta portate dalla tua parte, regalano tesori di inestimabile valore.
I vini possono piacere o non piacere. Questione di gusto e sensibilità. Ma anche chi winelover non è dovrebbe almeno una volta varcare il cancello del Feudo Principi di Butera; godere dell’ospitalità delle massaie del Feudo e farsi preparare un magnifico light lunch a base di piatti della tradizione (caponata e frittatine su tutto) con i prodotti tipici locali.
E poi giù in cantina con Irene, la friendly e competente hospitality manager che ti parla amabilmente dei vini, senza tralasciare la storia di questi luoghi senza tempo. Lo sguardo corre lontano tra i filari e le colline che degradano verso Falconara e il suo castello sul mare. E ti è concesso sperare che, da un momento all’altro, il cancello del baglio venga attraversato dalla carrozza del pricipe di Salina.