Il Castello dei Ventimiglia, la manna, i sontuosi piatti a base di funghi di Nangalarruni, i vini delle colline di Santa Anastasia, la cripta della Matrice Vecchia, i panettoni di Fiasconaro… Caspita! Per fare il resoconto di un viaggio a Castelbuono non basta certo un pezzo digeribile da blog e se decidi di farne un paio o tre di articoli, di che parli prima? In attesa di responso eccovi una sequenza di cinque buoni motivi per raggiungere, reflex al seguito, questo borgo medioevale circondato da boschi, verdi pascoli e paesi arroccati nelle possenti alture delle Madonie. L’elenco che segue non obbedisce ad una classifica per grado di importanza dei luoghi e delle cose da fare e non è esaustivo delle cose da vedere e delle attività che si possono fare a Castelbuono e nel territorio circostante, ma rispecchia la graduatoria del personalissimo gusto di chi scrive, gusto edificato su centinaia di dure giornate di esperienza.
1. Castelbuono per me è sedersi ad un tavolo del Nangalarruni, storica osteria nel cuore del centro storico, chiaccherare un po’ con il patron, Peppe Carollo, davanti ad un calice di vino buono – da tenere rigorosamente sempre pieno – mentre la figlia di Peppe, Francesca, ti prepara un soufflé di verdure con vellutata di ricotta e tartufo madonita e un piatto di pasta e patate con funghi e fonduta di caciocavallo. Se resta spazio godetevi anche un coniglio in umido con spezie madonita e tartufo e un gelato artigianale. Al termine di tutto ciò, è concesso tirare le cuoia.
2. Anche una passeggiata per le strette vie medioevali del borgo vale il viaggio. Scattatevi un selfie davanti ai “Quattru Cannola” (Fontana di Venere ciprea), perdetevi tra i vicoli, ma fate in modo di ritrovarvi nella piazza principale del paese davanti all’Extra Bar, ovvero lo storico caffè della pasticceria Fiasconaro. Entrate e perdetevi nuovamente tra i torroni e i panettoni alla manna (prodotti tutto l’anno) che hanno reso celebre Nicola Fiasconaro, il pasticcere, e i fratelli Martino e Fausto.
3. Per non sembrare eccessivamente corrotti dalla gola, la terza posizione del podio la riserviamo al Castello dei Ventimiglia, meritevole della fama, visto che la sua ingombrante presenza ha determinato il cambiamento del nome dell’antica Ypsigro con Castro Bonum, diventata poi Castelbuono. Costruito sul colle di San Pietro, il maniero a tre piani (più sotterranei), è composto da un corpo centrale e quattro torri, ma a parte la bellezza del suo esterno, tra le possenti mura nasconde una chicca imperdibile: la Cappella Palatina di Sant’Anna, tripudio di stucchi serpottiani, con angeli e allegorie che arricchiscono uno stupendo altare con paliotto in corallo, oro e perle.
4. Bene. Visto che vi trovate in zona, poco più giù, procedendo verso la piazza principale del paese fermatevi alla Matrice Vecchia, ovvero la chiesa di SS Maria Assunta, di cui vi accoregerete subito grazie al bel portale gotico-catalano. Qui, a parte un veloce sguardo al polittico dell’assunzione dedicato alla Vergine Maria – alla sommità del quale vi è l’Eterno Padre ligneo che regge il mondo – vi consiglio di scendere spediti nella cripta sottostante il presbiterio, dove una volta era custodito il santissimo sacramento: uno spazio sacro antico e sorprendentemente colorato nonostante la penombra grazie ad un ciclo di affreschi che vi lascerà a bocca aperta, su tutti una resurrezione di Cristo molto interessante.
5. Avete saziato la vostra sete di arte e storia? Ottimo, torniamo allora ai piaceri della gola, anzi con il prossimo “buon motivo per visitare Castelbuono” soddisferete tutti e cinque i sensi, perchè vi consiglio di visitare assolutamente le cantine dell’Abbazia di Santa Anastasia. Gustate gli ottimi vini prodotti in uno scenario paesaggistico meraviglioso con le vigne inerpicate tra i 200 e i 500 metri e fatelo con una elegante degustazione all’interno del ristorante dell’Abbazia, coccolati dall’accogliente e preparatissimo personale di sala e dai piatti sapientemente elaborati dallo chef Antonio Bonadonna. Da non perdere, nella stagione giusta, la pasta fresca col broccolo “arriminato”, da gustare in accoppiamento con il rosè Punto 5.
Tante altre sono le cose da vedere e da fare a Castelbuono, a partire dall’esperienza di visitare i boschi di frassino nel periodo (estate) in cui gli anziani ’ntaccaluòri raccolgono la manna delle Madonie, presidio Slow Food. Ma ne parleremo un’altra volta.