Le produzioni alternative in agricoltura sono un segmento del comparto isolano che avrebbe bisogno di maggior impulso. In particolare i profumi da piante officinali ottenuti con i metodi tradizionali. La Sicilia Sud Orientale con il clima e la luce abbondante durante tutto l’arco dell’anno, consente alle piante officinalis di produrre grandi quantità di oli essenziali.
Questo consentirebbe una produzione di qualità e soprattutto una grande naturalità nei prodotti di sintesi cosmetica. “ Oggi la nostra regione e il resto del Paese produce pochissime quantità di piante officinalis – spiega Paolino Uccello esperto di tradizioni popolari – e la richiesta viene evasa grazie all’import dai paesi dell’est Europa dal Marocco dalla Spagna Australia e Cina. Sarebbe opportuno invertire questa tendenza visto che il mondo della cosmesi non ha subito nessuna contrazione. .L’indotto è legato alle numerosissime erboristerie presenti nel paese, ma anche alle aromatiche in generale (origano, timo, salvia, menta, etc.). che possono essere vendute anche al dettaglio e il mondo della cosmesi.
La tradizione popolare siciliana ci ricorda: per far bella una donna servono venti grammi abbondanti di mirra, 5 grammi di semi di finocchio, petali di rosa, quanti ne contiene una mano, orzo macinato. Così consigliavano le “medichesse” alle donne che volevano mantenere la pelle del viso sempre fresca e con poche rughe. Oltre alla maschera per il viso si poteva aiutare la pelle usando della frutta matura come fichi, susine, albicocche e pere. Un’altra antica ricetta, tramandata attraverso i secoli, consigliava alle donne di usare “cicuta, incenso, aceto bianco, malva, calendula” per mantenere i seni bellissimi. Uno dei problemi che oggi assilla le donne è la lotta alla cellulite, che attualmente viene considerata, una vera e propria malattia, caratterizzata da alterazioni del distretto micro-circolatorio, dove l’inestetismo visibile è solamente l’aspetto eclatante di una situazione clinica già avanzata. E’ indispensabile una corretta alimentazione e la risoluzione di eventuali stati di sofferenza dell’organismo, quali ad esempio i disturbi digestivi, gli stati di sofferenza epatica, la stitichezza, l’insufficienza venosa a la ritenzione idrica, perché tutto ciò può favorire il peggioramento di uno stato cellulitico. Le nostre nonne risolvevano questo problema utilizzando le foglie dell’edera, prima bollite a vapore e poi applicate. Un impiastro di foglie di malva e polpa di mele veniva usato per i brufoli adolescenziali.
Ma cosa migliorare ai fini di un maggiore sviluppo del settore?
“Credo sia opportuno –conclude Paolino Uccello- costruire delle reti, fra produttori, che aiutino il settore a crescere, cercando anche collaborazioni con le Università”.