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Valle del Fitalia, viaggio nei Nebrodi orientali

Il verde dei noccioleti e dei castagneti è la cornice. L’azzurro del Tirreno che si staglia all’orizzonte e che dista solo pochi chilometri, è lo sfondo. San Salvatore di Fitalia, Galati Mamertino, Longi, Frazzanò, Mirto, sono le protagoniste di uno scenario storico e naturale unico che racconta una Sicilia lontana dai luoghi comuni: quella della Valle del Fitalia, in provincia di Messina.

Tra tutte merita certamente una visita Galati Mamertino che si erge, forte della sua storia millenaria, a 800 metri di altitudine, nel cuore della Valle. Il nome Galati deriva dall’arabo Galat, la rocca sulla quale, presumibilmente in epoca saracena, sorse il castello e attorno ad esso il centro abitato. L’appellativo mamertino, invece, fu aggiunto solo nel 1912 in omaggio ai mamertini, i soldati mercenari italici giunti a Messina, che per un po’ dominarono il paese.

valle del fitalia galati mamertino e rocche del crasto

Tra i monumenti più interessanti la chiesa madre, dedicata all’Assunta, costruita nel XV secolo in stile dorico rinascimentale, con un bel portale in pietra locale, il caratteristico sagrato, l’ardito campanile e soprattutto la trinità di marmo, una delle maggiori opere scultoree di Antonello Gagini.

valle del fitalia galati mamertino nebrodi orientali

A pochi chilometri, abbarbicata su rocce scoscese, troverete Longi. L’antica Longium, probabilmente di origine araba, sorge a mezzacosta, quasi in bilico sulla vallata sottostante, circondata dal verde dei boschi e protetta dalle creste dolomitiche delle Rocche del Castro. Merita una visita non fosse altro che per ammirare il panorama unico che si gode su questo minuscolo abitato dalla strada tortuosa che lo collega al resto della Valle.

Ma prima di fermarsi per godere dei piaceri della tavola, gli amanti della cultura e della storia sono obbligati a rispettare una tappa imperdibile: il monastero basiliano di San Filippo di Fragalà. Nel 1090 circa, il Conte Ruggero, condottiero normanno, fece edificare il monastero in questo luogo solitario e panoramico.

valle del fitalia abazia di fragalà

Fu questo il secondo monastero edificato dai Normanni, dopo quello di Troina. Una leggenda popolare vuole che il monastero di San Filippo sia stato ricostruito per voto dal conte Ruggero, perché il santo avrebbe liberato il piccolo Ruggero da un bruco che gli era penetrato in un orecchio. La storia avrebbe un parziale riscontro in un diploma della regina Adelasia, in cui si accenna alla guarigione del figlio Ruggero II, avvenuta nel 1105.

Il fabbricato, pur subendo inevitabilmente le ripercussioni del declino del monachesimo greco e le vicissitudini storiche contingenti, è sopravvissuto fino ad oggi mantenendo integre alcune strutture architettoniche originarie, fascino e atmosfera intima.

Seppur piacevole, l’escursione nella magica Valle del Fitalia richiede una considerevole dose di energia che può essere recuperata gustando i saporiti piatti della tradizione culinaria della zona. Noi vi consigliano un luogo simbolo della gastronomia della Sicilia tirrenica, gestito da una donna forte come una roccia e dalla sua splendida famiglia: la Vedetta dei Nebrodi, in territorio di San Salvatore di Fitalia (la foto d’apertura riguarda proprio una scultura che si affaccia sul belvedere del paese che si trova a 800 metri circa sul livello del mare) uno dei primi agriturismo della provincia di Messina, si trova li dove il Tirreno incontra i primi contrafforti dei Monti Nebrodi.

provole vedetta dei nebrodi valle del fitalia

Alla Vedetta dei Nebrodi abbiamo dedicato un articolo nella sezione Camera con Vista. Leggi qui 

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