NICOSIA (CIPRO) – La tradizione del grande teatro classico made in Sicily, ancora una volta, trionfa fuori dai confini nazionali a 100 anni dalla fondazione dell’Inda, l’Istituto Nazionale del Dramma Antico, nato a Siracusa nel 1914.
Una lunga e calorosa ‘standing ovation’ ha concluso venerdì sera la rappresentazione, in prima assoluta per Cipro, dello spettacolo ‘Coefore-Eumenidi’, due tragedie della trilogia ‘Orestea’ di Eschilo, messo in scena da Daniele Salvo, da molti considerato uno dei migliori registi teatrali italiani, nell’anfiteatro Makarios III di Nicosia.
Lo spettacolo – presentato in quest’isola dopo i successi riscossi a maggio al Teatro Greco di Siracusa e a giugno a Pompei nel quadro del centenario dell’Inda – si inserisce nell’ambito delle manifestazioni del 18/o Festival internazionale dell’antica tragedia greca organizzato dal ministero dell’Istruzione e della Cultura di Cipro, dall’Istituto Internazionale del Teatro e dall’Ente del Turismo cipriota (Cto) e si svolge sotto l’egida dell’ambasciata d’Italia a Nicosia in occasione della presidenza italiana del Consiglio Europeo.
In una scenografia minimalista ed onirica creata dallo scultore Arnaldo Pomodoro (che ha disegnato anche i costumi) e nelle attraenti coreografie di Alessio Maria Romano si muovono un eccellente coro di 21 attrici (le Coefore e le Erinni) e un cast di attori straordinari: Paola Gassman nel ruolo di una dea Atena sin troppo comprensiva del destino degli umani la quale dona agli ateniesi e al mondo il concetto di Giustizia ed il primo tribunale; Elisabetta Pozzi, bravissima e versatile nel rendere tutte le variegate sfumature della complessa e passionale Clitennestra: moglie fedifraga, madre desiderosa di vendetta, regina ambiziosa, donna che implora per aver salva la vita ma ancora infida.
E poi, Graziano Piazza, equilibrato sia nel ruolo di Egisto sia in quello di Apollo; Marco Imparato, il silenzioso ma espressivo Pilade (Apollo in umane sembianze) che fedelmente veglia sull’amico Oreste; Melania Giglio, una convincente Elettra che commuove quando riconosce il fratello Oreste, interpretato da un Francesco Scianna il quale incanta con la travolgente presenza scenica ed il pathos che trasmette al pubblico.
Le due ore di spettacolo sono cadenzate dalle avvolgenti note e coinvolgenti sonorizzazioni di Marco Podda che in una sorta di “paradrammaturgia musicale”, come ama definirla Daniele Salvo, “affiancano e potenziano il testo e le sue espressioni emotive”. Molto suggestiva e poetica nel finale la scena in cui una giovane donna nuda con in braccio un neonato in fasce sale sull’altare-tomba di Agamennone a simboleggiare la vittoria delle Eumenidi sulle Erinni che, come spiega il regista, “sono anche le dee degli aborti e della mancanza di fertilità. Si tratta di una sorta di collegamento alla visione pasoliniana dell’opera di Eschilo secondo cui le Erinni sono fra noi, sono tornate e sono loro a detenere il vero potere nella nostra società”.
“Qui a Cipro abbiamo trovato un pubblico molto attento e caloroso – dice Salvo all’ANSA -. Abbiamo ricevuto un’ottima accoglienza e fatto davvero una bella esperienza. Avrei voluto presentare lo spettacolo nella sua forma reale, questa è invece molto ridotta anche nel finale però – conclude – l’importante è che sia stato intellegibile”. Questa sera si replica nell’Antico Odeon di Paphos. (FONTE ANSA).